lunedì 25 gennaio 2021

Cicca Berlicca - Filastrocca

Cicca Berlicca
la forca t'impicca:
leon, speron... col rest...
induvina se l'è quest!

Questa filastrocca o conta, era molto popolare a Milano, e ricorda la vicenda di un avventuroso personaggio dell'epoca viscontea, il quale, probabilmente scambiato per qualcun'altro venne accusato di aver fatto un patto col diavolo (Berlicca), finì sulla forca in piazza della Vetra.


Raffaele Bagnoli, nelle sue Filastrocche e tiritere milanesi, ricorda che probabilmente egli aveva partecipato ad una Crociata in Terra Santa ed insignito dal Papa dell'onorificenza degli Speroni d'oro. Avendo però perso una gamba in battaglia trasformò gli speroni in una decorazione da indossare come collana.
Questo di seguito è un dipinto di Giuseppe Elena che ritrae Piazza della Vetra a metà dell'Ottocento.


Giuseppe Elena – Veduta della piazza della Vetra in Milano
Giuseppe Elena – Veduta della piazza della Vetra in Milano

Tante storie, divertenti aneddoti li potete trovare acquistando il libro:
Barbapedana el gh'aveva on gilè

Dizionario del gergo milanese e lombardo

Barbapedana el gh'aveva on gilè



mercoledì 19 febbraio 2020

Barbapedana

Con Barbapedana si indica una figura tipica della tradizione popolare milanese. Tra la seconda metà del XIX secolo e gli inizi del XX, il Barbapedana era un musicista di strada che girava per le osterie e intratteneva i commensali con canzoni popolari e filastrocche.
Il termine Barbapedana ha origine incerta, ma sembra fosse in uso già nel XVII secolo, anche se con diverso significato. Compare, infatti, nel Barone di Birbanza, un'opera di Carlo Maria Maggi, e stava a indicare dei giovani spavaldi, che seguendo la moda dell'epoca portavano la cappa a far bandiera sulla spada.
Il più famoso tra questo genere di artisti, e il primo ad adottare il nome d'arte di Barbapedana, fu Enrico Molaschi, la cui maestria nel suonare la chitarra gli valse la citazione in uno scritto di Arrigo Boito e un'esibizione di fronte alla Regina Margherita di Savoia alla Villa Reale di Monza. L'abbigliamento con cui si presentava nelle sue esibizioni, diventato iconografico, comprendeva una lunga zimarra e un cappello a cilindro di feltro, nel cui nastro era infilata una penna di gallo o una coda di scoiattolo. La sua chitarra è conservata nel Museo degli Strumenti Musicali del Castello Sforzesco di Milano (numero 54 del catalogo).

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Enrico Molaschi, detto el Barbapedana, noto cantastorie e suonatore ambulante dell'Ottocento che girava le osterie della città è una delle numerosissime figure tipiche milanesi che si incontrano in questo Dizionario del gergo milanese e lombardo. Pubblicato originariamente nel 1927, quella che qui si propone è l'edizione del 1940, arricchita da un ricco apparato iconografico e da schede di approfondimento, nella quale, in aggiunta alla raccolta di termini gergali (quelli dell'osteria, della malavita, degli spazzacamini, degli ombrellai...), si trova un ampio repertorio di «nomignoli, tipi, macchiette» dall'inestimabile valore documentario, che ci permette di (ri)scoprire la Milano fra Otto e Novecento, con i suoi luoghi più emblematici, i suoi sagaci modi di dire, la sua vivace anima popolana.


Barbapedana ha ispirato anche varie canzoni

lunedì 17 febbraio 2020

Proverbi - I gelsi


A Milan anca i moron fann l'uga     Traduzione:      A Milano anche i gelsi fanno l'uva     Significato:    A Milano ogni cosa è possibile!



A Milan anca i moron fann l'uga


Traduzione:



A Milano anche i gelsi fanno l'uva


Significato:


A Milano ogni cosa è possibile!

La coltivazione del gelso nel territorio milanese fu fortemente incentivata soprattutto durante il ducato di Ludovico Maria Sforza detto il Moro. Secondo alcuni, l’appellativo “Il Moro” deriverebbe proprio dal vocabolo dialettale milanese muròn,  (gelso).Tratto da: http://www.lagobba.it/?p=4249



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sabato 15 febbraio 2020

martedì 11 febbraio 2020

Proverbi Milanesi - Vacca

LA BUCA L'É MINGA STRACA SE LA SA NO DE VACA

LA BUCA L'É MINGA STRACA SE LA SA NO DE VACA     Traduzione:    La bocca non è stanca se non "sa" di vacca.     Significato:    Un pasto deve sempre concludersi con del formaggio.


LA BUCA L'É MINGA STRACA SE LA SA NO DE VACA 

Traduzione:

La bocca non è stanca se non "sa" di vacca. 

Significato:

Un pasto deve sempre concludersi con del formaggio.

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domenica 9 febbraio 2020

sabato 8 febbraio 2020

Proverbio Milanese - Soldi

El faria danee anca con la pell di pioeucc


TRADUZIONE

Farebbe soldi anche con la pelle dei pidocchi

SIGNIFICATO

Detto di una persona intraprendente che riesce a guadagnare su tutto quello che fa






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giovedì 6 febbraio 2020

domenica 22 dicembre 2019

Regali in dialetto

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venerdì 5 ottobre 2018

Il Giovanni e il Palzola

Il mitico Giovanni dei Legnanesi la riempe di complimenti.... Ehi ma non sta parlando con la Teresa!?!

lunedì 2 aprile 2018

I Sempr'alegher - Lassa pur ch'el mondo el disa


La commedia "Lassa pur ch'el mondo el disa" rappresentata dalla compagnia teatrale "I Semper'alegher". 
La rappresentazione, tenuta ad Abbiategrasso, fa parte della loro 25° stagione di professione
(anno 2016 - 2017).

Mappa delle lingue e dei dialetti d'Italia



Le principali varianti dialettali del lombardo occidentale, secondo la divisione di Bernardino Biondelli, sono le seguenti[10]:
Tutte le varietà lombarde occidentali sono intelligibili tra loro e parzialmente intelligibili con altri gruppi di lingue gallo-italiche, come l'emiliano (in particolare i dialetti piacentinooltrepadanotortonesepaveseparmigiano, e mantovano) e alcune varietà del piemontese (soprattutto l'alessandrino e il vercellese).
Determinante è stato il ruolo del lombardo occidentale nella formazione in epoca medievale dei cosiddetti dialetti gallo-italici di Basilicata (PotenzaPicernoTito, ecc.), e dei cosiddetti dialetti gallo-italici (o altoitaliani) della Sicilia (AidonePiazza ArmerinaNicosiaSan Fratello ecc.).[28].